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mercoledì 29 aprile 2009

Phoenix Wright: Trials and Tribulations

Se avete giocato i primi due capitoli della saga di Phoenix Wright, il primo glorioso Ace Attorney ed il secondo Justice for All, saprete benissimo che, nonostante aver risolto numerosi casi più o meno surreali, c'è ancora qualcosa che non torna nell'intricato mondo dei nostri avvocati preferiti: il passato, troppo misterioso e pieno di scheletri da rispolverare.
Ed è proprio questo il punto centrale di Trials and Tribulations, titolo che per molto tempo, ha avuto la pubblicazione europea in forse, specie per le tematiche trattate (riguardo soprattutto la pena di morte, che sembra essere la condanna per ogni caso di omicidio), ma che finalmente giunge da noi in tutto il suo splendore, anche se mancano i giochi di parole che nella versione inglese hanno aggiunto vari tocchi di classe niente male.

La genesi di Phoenix
Già dal primo caso che affronteremo, si capirà subito che stavolta il Passato è il vero protagonista: inpersoneremo infatti nientedimeno che Mia Fey alle prese col suo secondo caso, dopo un presunto disastroso esordio come avvocato difensore. E già si cominceranno a incontrare i futuri protagonisti del gioco.
Quindi i prossimi casi saranno quelli del Presente, con Phoenix alle prese con un nuovo procuratore dal passato misterioso e dallo sguardo robotico, un tale Godot che sembra conoscere Phoenix e, per qualche strana ragione, odia a morte il nostro avvocato azzurro preferito.
E così via, per entrare in uno stupendo ultimo caso, giudicato all'unanimità come il migliore di tutta la serie di Ace Attorney, che da solo vale il prezzo del gioco.

Innovazioni Sostanziali?
Ed ecco il tallone di Achille di Trials and Tribulations: la totale mancanza di cambiamenti o miglioramenti. Se il reparto grafico è stato, anche se poco, ritoccato e reso più realistico, la meccanica di gioco è sempre la stessa, dai tempi del primo Ace Attorney. E si, se avete odiato i primi capitoli, non pensate nemmeno lontanamente di comprare questo, avrete buttato dei soldi inutilmente.
Citazione a parte, lo merita il sonoro, stavolta ai massimi livelli della serie. I temi musicali durante i processi sono stati riarrangiati o completamente riscritti e danno ora un maggiore senso di adrenalina e carica. Un commento personale, se permettete: ho amato il tema musicale di Godot, "the fragrance of Dark Coffee" e l'intera soundtrack, tanto da averla reperita in versione orchestrale (sapete, in Giappone si sono tenuti decine e decine di concerti musicali con riarrangiamenti della colonna sonora eseguiti da orchestre intere appunto).


CONSOLLE Nintendo DS
GENERE Avventura grafica 2D / Simulatore
GRAFICA 8
SONORO 8.5
LONGEVITÀ sulle 20 ore
LINGUA Italiano
PRO Il miglior capitolo per chiudere la trilogia di Phoenix.
CONTRO Poco rigiocabile; se non avete giocato i primi due, capirete molto poco della storia.
VOTO FINALE 8.5
È di nuovo un Phoenix Wright uguale ai precedenti, ma con una storia che merita, e che chiude la trilogia nel migliore dei modi possibili. Sicuramente un gioco da avere, con una trama che supera di gran lunga la stragrande maggioranza di giochi usciti nell'ultimo periodo. Pronti per l'obiezione finale?

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